Quando viene chiesto al professor Martin Bishop perché è così reticente a mostrare il suo volto in pubblico, lui risponde che i veri testimoni del suo lavoro sono le persone che possono condurre una vita normale grazie a un suo impianto in biostampa.
Lo sviluppo di tecnologie innovative nell’ambito della medicina ricostruttiva e rigenerativa segna la vita del professore, fino a quando la sua carriera prende una svolta.
Spinto dalla volontà di contribuire al benessere delle persone in maniera sempre più completa, il professore decide di virare le sue ricerche su bioumanoidi capaci di interagire con l’uomo in maniera quanto più naturale, grazie a una vera e propria sensibilità emotiva.
“Attraverso un uso saggio delle emozioni, gli ERS3 possono aiutarci a dirigere il nostro potenziale nella realizzazione di ciò che desideriamo veramente. Gli esistenti non saranno solo un espediente in grado di far guadagnare tempo, ma una presenza capace di dare un significato all’esistenza, avvicinando le persone alle loro aspirazioni, rivelandone le capacità, mettendole in comunicazione con la loro parte migliore. Genetica, nanotecnologia e robotica hanno apportato notevoli miglioramenti nella nostra struttura fisica e biologica. Ora che abbiamo compreso come sopravvivere bisogna pensare a vivere.”
Il sogno di Bishop e del suo team sembra realizzarsi quando, dopo molti tentativi, viene messo a punto il primo prototipo di bioumanoide emozionale: Liam.